Francesco Furlani passione musica e viaggi

Francesco Furlani – mollare tutto, partire in viaggio e scoprire se stessi

Francesco Furlani è un viaggiatore dal coraggio smisurato. Leggi la sua storia qui per scoprire come cambiare vita partendo da te stesso.
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Indice

Francesco Furlani è un viaggiatore molto coraggioso. Sono poche le persone che, alla sua età, riescono a trovare la forza e il coraggio di mettere in discussione la propria vita, ascoltarsi in profondità e cambiare totalmente rotta.

La sua intervista è un chiaro esempio che nulla è impossibile. Cambiare è possibile se solo si ha il coraggio di superare i momenti di forte confusione, di credere in se stessi e di inseguire le proprie passioni.

Se anche tu stai affrontando un momento in cui tutto ti sembra scorrere liscio, ma non sei soddisfatto della tua vita, allora questo articolo saprà sicuramente ispirarti.

Sei pronto a scoprire la storia di Francesco Furlani?

Francesco Furlani cambiare vita e partire

Raccontaci: chi eri prima di iniziare a viaggiare? 

Sono Francesco Furlani, ho 26 anni e sono nato a Verona il 30 Gennaio del 1998. Sono sempre stato un ragazzo amante degli sport, grazie anche a mio papà che fin da piccolo mi ha insegnato ad arrampicare, sciare, giocare a calcio e frequentare settimanalmente trekking e ferrate in montagna.

Mi è sempre piaciuto anche il mondo del modellismo e della fotografia.

All’ età delle scuole medie ho intrapreso un indirizzo musicale, da li ho imparato a suonare il Sassofono, strumento che poi ho portato avanti per ben 13 anni, frequentando 9 anni di conservatorio a Verona.

In contemporanea alle scuole superiori (indirizzo tecnico elettronico) e al conservatorio, ho scoperto anche il mondo della fotografia, iniziando prima con una semplice GoPro per poi finire ad acquistare la mia prima Sony Mirrorless.

Dove le doti erano le migliori, ovvero al conservatorio, decisi di punto in bianco, dopo 9 anni e 2 esami al termine, di mollare tutto: il sassofono e la musica in generale stavano iniziando ad essere non più uno svago in cui trovavo la pace ma un obbligo sfociato poi in disprezzo.

Insomma, quella musica non era la musica che avevo conosciuto negli anni passati. Tutt’ ora porto spesso il Sax in viaggio con me, ho sempre amato e amerò per sempre questo strumento.

Nel frattempo decido di avvicinarmi sempre di più alla fotografia, soprattutto alla fotografia paesaggistica. I miei fine settimana non erano colmati da feste ma da viaggi (o forse trasferte).

Io e la mia macchina, nelle Dolomiti, dove ho scattato in tutti i luoghi possibili immaginabili. Partivo il sabato pomeriggio e tornavo la domenica sera e si, spesso dormivo nella mia Fiat!

Da li decido di investire molto nella mia attrezzatura per scattare cercando di creare costanza anche sui social, condividendo i miei scatti.

C’è stato un momento in particolare in cui hai capito che dovevi cambiare rotta? Qual è stato? 

Con calma ho capito che viaggiare e scattare foto era la cosa che più mi faceva star bene. Finite le superiori mi faccio spazio in una azienda come responsabile marketing, lavoravo online e da lì la decisione di acquistare un Van.

Potevo lavorare da remoto in giro per il mondo, unendo la passione della fotografia alla passione per i viaggi: realizzare tutto quello che avevo sognato.

Oggi di cosa ti occupi e quali sono stati i primi passi che ti hanno permesso di intraprendere questo percorso? 

Dopo 2 anni da responsabile marketing decido di licenziarmi e concentrare tutte le mie energie nella fotografia trasformando quello che prima era un hobby in un lavoro.

Apro partita iva e da quel momento sono nel mondo del lavoro come fotografo e videomaker. Ma non mi bastava. Infatti ho deciso di seguire la strada di content creator, narrando sui social come funziona vivere in un Van.

Questa scelta di licenziarmi da un posto fisso, dove avevo un posizionamento importante e ben stipendiato, mi ha fatto capire che non sempre i soldi sono importanti quanto avere più tempo per se stessi.

Attualmente, nonostante il mio fatturato sia inferiore a quando lavoravo come responsabile marketing, questa scelta di cambiare lavoro la ritengo come una delle scelte migliori che potessi fare.

Mi permette di dare il giusto equilibrio tra il tempo che voglio dedicare al lavoro e il tempo che voglio dedicare a me stesso. La salute mentale viene spesso messa da parte, ma è proprio da una buona salute mentale la base di partenza perfetta.

Che cosa significa viaggiare secondo te? 

Sono sempre stato un amante dei viaggi e della natura. Il classico ragazzo che anziché andare in discoteca preferisce accendersi un fuoco con gli amici in mezzo ad un prato.

Mi piace condividere, conoscere e sperimentare; qui nascono sempre le migliori opportunità nella vita. Viaggiare vuol dire conoscere culture diverse e stili di vita diversi e quando torno da un luogo del quale ho conosciuto tutte le sue sfaccettature, provo una soddisfazione incredibile.

Sono orgoglioso di sapere com’è fatta la mia terra. Ci sono dei posti incredibili e mi darebbe quasi fastidio andarmene da qui senza aver visto le tante cose belle che avevo attorno.

Spesso durante i miei viaggi incontro persone che mi vengono a bussare al van e mi dicono “viaggia, che è la cosa più bella al mondo”…

Il 90% delle volte a dirmelo sono persone anziane, ci sarà un motivo.

Qual è il momento più bello, intenso ed emozionante che hai vissuto in viaggio? 

La parte più gratificante in un viaggio è quando torni (anche se in realtà non vorresti mai tornare) e renderti conto di due cose:

  • Quante nozioni hai imparato
  • Quante persone hai conosciuto

Questi due punti, secondo il mio parere, sono le due parti più belle di un viaggio.

Ogni volta che viaggio imparo tantissime cose, non sto scherzando! Dalla più banale a quella più utile. Conosci persone stupende che il caso ha voluto tu conoscessi.

Quindi in realtà non c’è una vera risposta a questa domanda… ogni viaggio è bello a modo suo.

Francesco con altri vanlifer

Quali sono le difficoltà maggiori che hai riscontrato lungo il tuo percorso? 

Inizialmente pensavo che sarebbe stato difficile adattarsi al Van… Avere acqua limitata, corrente limitata, gas limitato, spazi limitati ecc…

In realtà mi sono subito adattato a questa situazione. Spesso anche quando sono a casa preferisco andare a lavorare nel mio Van anziché nella mia camera. Il mio furgone camperizzato è diventato a tutti gli effetti il mio ufficio.

Se devo essere sincero, l’unica difficoltà riscontrata è la solitudine.

Infatti nel 90% dei miei viaggi sono da solo, e nonostante questo sia producente sotto il punto di vista del “sapersi arrangiare”, è controproducente nel momento in cui cerchi un confronto su un’ idea o un pensiero.

Viaggiare da soli ti rendere sicuramente molto più produttivo sul lavoro e ti togli spesso delle distrazioni. Ma avere qualcuno al tuo fianco che talvolta può supportarti sotto tanti punti di vista è sicuramente un plus.

Qual è l’insegnamento più importante che il viaggio ti ha dato fino ad oggi? 

L ‘insegnamento che sicuramente mi ha dato è “vivere la vita a pieno”.

Questa frase ormai è un po’ il mio motto. Sono sempre dell’ idea che viaggiare è la cosa più bella al mondo, viaggiare rende liberi e spesso ti toglie da distrazioni inutili.

I viaggi mi hanno cambiato molto dal punto di vista mentale.

Da quando viaggio sono diventato più paziente (mi arrabbio molto meno, quasi mai), più rispettoso nei confronti dell’ambiente e ho iniziato ad amare anche le cose semplici, come una semplice alba o un semplice tramonto…

Qual è il tuo equilibrio tra vita-viaggio-lavoro e come fai a mantenerlo?

Ho un equilibrio ben preciso. Infatti i miei viaggi si adattano al mio lavoro, SEMPRE!

Quindi viaggio in base a dove ho i lavori. Raramente vado a creare un roadtrip in un luogo dove non ho degli impegni lavorativi. Se capita è perché quel luogo non è mai stato visitato da me o perché è il mio sogno raggiungerlo. 

Questo è l’unico compromesso che ho durante i miei viaggi, infatti spesso mi trovo costretto a visitare luoghi che ho già visto (es. Dolomiti o Val d’Orcia) proprio perché ho dei lavori in quelle location.

Mi pesa? Assolutamente no, sicuramente è un compromesso ma è giusto che ci sia, senza il lavoro non potrei permettermi di viaggiare su lunghe distanze.

Torneresti mai indietro? 

No, non tornerei mai indietro. Non tornerei nemmeno a fare il lavoro che inizialmente facevo, dove la retribuzione era 5 volte quella attuale.

Mi sono semplicemente reso conto che ora sono la persona più felice al mondo. Non voglio nulla di più e nulla di meno. Sto bene cosi.

Puoi dare un solo consiglio al Francesco Furlani di prima, quello che ancora non aveva compiuto alcuna scelta per arrivare qui oggi: cosa gli diresti?

Ora sto veramente bene, mi sento completo, quindi sull’effettivo potrei consigliargli di rifare esattamente le stesse scelte che lo hanno portato dov’è ora.

Non ho paura a provarci, mi lancio senza pensarci, un particolare che mi caratterizza molto. Potrei sembrare modesto, ma attualmente sono troppo in pace con me stesso per non rifare tutto ciò che mi ha portato qui.

Concludendo…

Francesco Furlani è un esempio di determinazione, spirito di adattamento e amore per la vita in tutte le sue forme: tutti dettagli necessari per vivere e lavorare in viaggio.

È una fonte di ispirazione, soprattutto per tutti coloro che si sentono insoddisfatti da una vita monotona, troppo sicura e adagiata ma che non li soddisfa affatto.

Intervistare Francesco e rileggere le sue parole ci fa sentire leggeri. Se vuoi conoscere altri aspetti della sua vita ti suggeriamo di seguirlo attraverso il suo canale social:

Noi invece ci impegneremo per continuare a parlarti di molte altre storie di vita, di viaggiatori e nomadi digitali che hanno deciso di vivere in viaggio a tempo indeterminato. 

Se hai trovato interessante questo spunto ti invitiamo a:

Per oggi è tutto!

Buon viaggio Vangulista!

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