Letizia Venturini: partire per scoprire “l’altro mondo”

L'altro mondo, come lo chiama Letizia Venturini, è un luogo pieno di scoperta, amore e fiducia. Leggi la sua storia per capire come fare della tua vita un viaggio!
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Indice

Letizia Venturini non è solo una nostra cara amica. È una fonte di ispirazione grandiosa, soprattutto se si parla di viaggiare alla scoperta di se stessi.

In questo articolo vogliamo dare voce alla sua storia che, a nostro avviso, ha dell’incredibile. La sensibilità e la curiosità che Letizia mette in ogni suo viaggio è una cosa rara.

Si pensa spesso che i viaggiatori siano coloro che fanno la bella vita, quelli che raccontano delle loro esperienze in modo impostato.

Dietro ad ogni viaggiatore invece c’è un mondo che Instagram non riesce spesso a raccontare.

E lo scoprirai solamente perdendoti tra le righe della sua vita, della sua esperienza in viaggio. L’autenticità, al giorno d’oggi, è una qualità che solo in pochi riescono a preservare strada facendo. E Letizia riesce a trasmetterla con semplicità e trasparenza.

Buona lettura!

in viaggio con letizia venturini

Raccontaci: chi eri prima di iniziare a viaggiare? 

Ero una persona completamente diversa. A volte ci ripenso e non mi sembro io, fa sempre strano riguardarsi indietro. Ancora di più pensare che solo due anni fa ero una persona che mi sembra appartenere ad un passato lontano anni luce!

Ero una ragazza sempre piena di grinta ed energia come lo sono ora, amavo leggere e viaggiare come ora, i cavalli (mio grande amore da sempre), ma ero infelice, spesso frustrata e spesso irascibile.

Studiavo e lavoravo nei bar da quando avevo 16 anni per mantenermi, ero sempre di corsa e sempre in cerca di una felicità che veniva dagli oggetti materiali, comprando compulsivamente cose di cui non avevo mai bisogno.

Vagavo un pò nell’incertezza, non sapevo bene cosa stessi facendo, dove stessi correndo e perché, ma non cercavo nemmeno una risposta, perché il tempo per porsi queste domande non c’era mai.

C’è stato un momento in particolare in cui hai capito che dovevi cambiare rotta? Qual è stato? 

Si, nel mio caso decisamente sì, ma non posso dire che la mia voglia partire e girare il mondo sia nata solo da lì. Ho sempre amato viaggiare, mi ha sempre affascinata e non appena ho compiuto 18 anni ho iniziato a girare l’Europa da sola.

Fino ai 22 anni ho sempre continuato a fare questi viaggi brevi in solitaria, promettendomi che un giorno sarei partita alla volta del mondo.

Ma rimanevano sempre viaggi circoscritti e l’idea di poterlo fare per lunghi periodi mi sembrava utopica e mi spaventava. Studiavo poi all’università in quegli anni e quindi non avrei potuto materialmente farlo.

Quando mi iscrissi all’università ricordo bene, ed è molto emozionante ad oggi ricordarlo, che mi dissi che avrei fatto questi 3 anni di studi e poi avrei deciso se continuare o girare il mondo. E l’universo ha risposto chiaramente.

Infatti il momento in cui ho capito che dovevo cambiare rotta è stato proprio verso la fine del mio percorso di studi. Mancavano 3 esami alla laurea ed avevo tutto programmato: vita, tirocinio, master successivo, contatti, lavoro, tutto programmato al secondo.

Poi arrivò quel momento, una violenza, che mi mise a terra. Mi sentivo persa, completamente. Non sapevo più chi fossi e cosa volessi.

In realtà mi resi conto che forse non lo avevo mai saputo, e quella violenza mi costrinse a fermarmi e chiedermi: chi sei? Ti piace quello che stai facendo? Che cosa stai facendo? Che cosa ti piace?

In quel momento capii che sarei dovuta partire alla volta del mondo per ricompormi da zero, scoprire chi ero e che cosa mi piaceva fare.

Finii non con facilità ma con soddisfazione all’università e poi partii con un biglietto di solo andata toccando la Thailandia, Cambogia, Malaysia, India, Cuba, Messico, Guatemala, Marocco e quante altre ancora… Un’avventura.

Oggi di cosa ti occupi e quali sono stati i primi passi che ti hanno permesso di intraprendere questo percorso? 

Ad oggi, come piace dire a me “giro per il mondo e lo documento”. Offro inoltre servizi di consulenze per chi vuole intraprendere un viaggio, guide e viaggi di gruppo.

Sono inoltre content creator e collaboro con brand e aziende. Principalmente lavoro con Instagram e parlo di viaggi, sostenibilità e vita lenta, ma mi sto spostando anche su altre piattaforme e canali di comunicazione, poiché stanno cambiando molti progetti e sto avviando il sogno di diventare reporter di viaggio e documentarista!

Se penso a come sono arrivata a tutto questo non posso che sorridere. Tutto è nato molto genuinamente in realtà dalla semplice condivisione sul mio piccolo profilo instagram personale delle mie avventure per poter tenere aggiornati amici parenti e famiglia in una volta sola.

I racconti dei miei viaggi quindi erano semplici e genuini, senza nessuna aspettativa, e questo alla gente piaceva molto. Condividevo tutto ciò che partiva solo da un bisogno mio, vedere il mondo attraverso i miei occhi e andare a frugare e interrogare chi incontravo sul mio cammino.

Nel tempo poi sono iniziate ad arrivare tantissime persone nuove, numeri che mai avrei immaginato in neanche due anni di tempo, ma io ho continuato ad essere esattamente come ero quando condividevo solo per amici e famiglia: una persona semplice, vera, genuina e divertente.

Nulla di impostato, nulla di finto e troppo impacchettato, semplicemente io, autentica. E questo penso sia quello che amo di più. E che ama anche la gente, ce n’è tanto bisogno.

Che cosa significa viaggiare secondo te? 

Bella e difficile domanda.

Può voler dire tutto e niente. Questi ultimi mesi e viaggi hanno cambiato moltissimo la mia filosofia, facendomi rendere conto che viaggiare per me significa scoprire sé stessi, viaggiare dentro di sé, crescere.

Spesso si pensa che il viaggio sia solo uno spostamento fisico, una bella vita e che risolva tutti i problemi. Sulla mia pelle ho imparato che è proprio il contrario.

Viaggiare ti costringe a lavorare coi tuoi demoni e ho imparato che da fuori è molto facile dire “che figata, ti invidio”. Viaggiare vuol dire entrare dentro una cultura e lasciare che a sua volta lei entri dentro di te, cambiandoti, con il suo bello e il suo brutto.

Ho capito, con l’esperienza, che non è tanto il luogo che mi incuriosisce, ma le persone, le storie, i loro occhi, la loro anima. È lì che riscopri quell’umanità che è così diversa eppure così uguale ovunque tu vada.

Per me è nutrimento e scoperta di me stessa attraverso l’altro. È bellezza. Vita.

Ma è inutile viaggiare se cerchi solo di scappare da qualcosa, come diceva il grande Terzani non troverai mai fuori quello che non hai dentro di te.

Qual è il momento più bello, intenso ed emozionante che hai vissuto in viaggio? 

Questa è difficile. Ce ne sono stati tantissimi in tutti questi viaggi e ogni luogo ha una storia a sé, un’emozione sua e sempre diversa.

Faccio davvero fatica a dirvene solo uno. Probabilmente quando ero nel nord dell’India a studiare l’ayurveda, la medicina indiana tradizionale e lo yoga, quando facevamo rituali e condivisioni di gruppo potentissime che mi hanno cambiata per sempre.

Ma anche quando imparavo la meditazione con le monache buddiste in Thailandia, o ancora quando, per un incastro incredibile degli eventi, trovai in Guatemala un villaggio di curandere disposte a prendermi sotto la loro ala e insegnarmi tutto sulle piante medicinali.

Ma potrei andare avanti a non finire, è davvero difficile trovarne solo uno.

esperienze di viaggio

Quali sono le difficoltà maggiori che hai riscontrato lungo il tuo percorso? 

Sapete una delle più grandi per me? La libertà.

La libertà di poter fare quello che volevo senza che nessuno dicesse nulla. Ma anche la libertà di essere chi volevo essere. Costa fatica, in viaggio te ne rendi conto bene, ma è stato meraviglioso impararlo.

Ma anche i miei demoni, la continua ricerca di un posto che mettesse a tacere i miei pensieri, per rendermi conto che quel posto non lo avrei mai trovato fuori. Ma anche i rapporti, gestire i rapporti in viaggio è stato sempre un tasto dolente e doloroso.

Qual è l’insegnamento più importante che il viaggio ti ha dato fino ad oggi? 

Come dicevo prima, viaggiare non serve a niente se cerchi solo di scappare da quello che hai dentro. Viceversa, se impari a stare bene con quello che hai dentro sei in grado di essere sereno ovunque.

E appunto la libertà, la libertà di essere sé stessi staccandosi dal giudizio altrui, di fare quello che si vuole.

Ma anche che la vita è un’avventura meravigliosa e che è davvero solo una. Che l’universo è un mondo incredibile e sconosciuto e che sa provvedere sempre al tuo destino se sai fidarti e lasciarti andare.

Ho imparato anche che l’amore è la cosa più bella e potente che esista. Soprattuto quello per sé stessi.

Qual è il tuo equilibrio tra vita-viaggio-lavoro e come fai a mantenerlo?

Rullo di tamburi…non l’ho ancora trovato ahahah.

Mi sono resa conto che in viaggio è davvero difficile mantenerlo, soprattuto perché per me il viaggio non è solo uno spostamento fisico ma proprio una ricerca.

Per me non consiste nel lavorare a computer vista mare nel bar in Thailandia con la mia super Asai bowl instagrammabile (che è bellissimo e lo amiamo tutti quanti) ma è proprio una ricerca di persone, domande e risposte, esperienze e lezioni.

Ovvio che comunque in viaggio ci vuole tantissima disciplina in più, che sto cercando di integrare giorno per giorno, dedicando il tempo necessario al lavoro, ma sto anche piano piano imparando a capire che in viaggio mi dedico alla mia ricerca, e poi torno a casa e metabolizzo e lavoro su tutto quello che ho visto.

Torneresti mai indietro? 

Come si può tornare indietro?

Quando varchi quella soglia, quando vedi quell’altro mondo oltre, non puoi tornare indietro, non potrai più farlo. E anche se fisicamente tornerai indietro, non sarai mai lo stesso di prima.

Risposta meno filosofica: no, non lo farei mai.

Non cambierei nulla perché è stato e sarà sempre tutto perfetto così com’è. Non mi concepisco più staccata dal viaggio, che è un viaggio in senso lato, anche nella vita di tutti i giorni a casa, nella ricerca, nel nutrimento.

Ormai è parte di me.

Puoi dare un solo consiglio a Letizia Venturini di prima, quella che ancora non aveva compiuto alcuna scelta per arrivare qui oggi: cosa le diresti?

Le dico di fidarsi.

Fidarsi dell’universo perché avrà sempre in serbo per lei un piano, un cammino, un punto di svolta, un perché.

Anche e soprattutto proprio in tutti quei momenti che le sembreranno difficili, tragici, impossibili. Le dico che sta andando e andrà alla grande, di non essere così dura con sé stessa perché sta facendo cose incredibili.

Infine le sussurro che ogni volta che le sembrerà troppo dura, vorrà dire che è sulla strada giusta.

Concludendo…

Letizia Venturini è un esempio illuminante di cosa voglia dire vivere e lavorare in viaggio con semplicità, autenticità e fiducia.

Dalle sue parole emerge un’attaccamento viscerale e molto forte con l’universo, un’entità che se esplorata è capace di trasportarti oltre i limiti dell’immaginario.

Basta avere fiducia, pazienza ma soprattutto avere la capacità di non trattenere nulla. Bisogna saper lasciare andare e lasciarsi andare.

Intervistare Letizia e rileggere le sue parole ci riempie il cuore di gratitudine. Se vuoi conoscere altri aspetti della sua vita ti suggeriamo di seguirlo attraverso ii suoi canali:

Noi invece vogliamo continuare a parlarti di molte altre storie di vita, di viaggiatori e nomadi digitali che hanno deciso di vivere in viaggio a tempo indeterminato. 

Se hai trovato interessante questo spunto ti invitiamo a:

Per oggi è tutto!

Buon viaggio Vangulista!

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